lunedì, giugno 18

al parco

"Calda e quieta era la giornata estiva. I ciliegi che si allineavano lungo il viale sentivano maturare i piccoli frutti; quelli verdi andavano a poco a poco divenendo gialli e quelli gialli si imporporavano. Le case sonnecchiavano nei giardinetti polverosi, le persiane abbassate sugli occhi. "Non disturbateci!" parevano dire "Nel pomeriggio riposiamo.". E gli stornelli se ne stavano nascosti nei comignoli, il capino sotto l'ala. Sul parco gravava una nube di sole densa e dorata come sciroppo; non un alito di vento faceva fremere le foglie grevi. I fiori si rizzavano immobili e lucenti, quasi fossero fatti di metallo.
(...)
Tranne un unico, ritmico movimento, si sarebbe potuto pensare che l'intero Parco fosse soltanto un quadro. Ma, accanto alle grandi magnolie, il Guardiano del Parco potava qua e là i cespugli e ne riponeva i rametti nel cestino dei rifiuti. Interruppe il lavoro e alzò gli occhi mentre due cani gli trotterellavano vicino. Erano venuti dal Viale dei Ciliegi, lo sapeva, poiché la signorina Lark li chiamava, ora, stando dietro le persiane. "Andrea! Benvenuto! Tornate indietro, per piacere! Non andate a nuotare in quello sporco lago! Vi preparerò del tè ghiacciato!". Andrea e Benvenuto si guardarono l'un l'altro e proseguirono con una strizzatina d'occhi; ma, nel superare la grande magnolia, trasalirono e si fermarono di botto; ed eccoli lunghi distesi sull'erba, ansimanti, con le lingue rosa penzoloni.
Mary Poppins, linda e inappuntabile nella camicetta celeste e con il cappellino nuovo ornato da un tulipano rosso, li guardò alzando gli occhi dal lavoro a maglia. Se ne stava seduta, ben dritta e impettita, conro l'albero, sulla coperta distesa sotto di lei. Aveva accanto la borsetta, e, più in alto, l'ombrello con la testa di pappagallo pendeva da un ramo fiorito.".
p.l. travers, (Mary Poppins nel parco)

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