lunedì, marzo 8

e adesso. sottotitolo manuale per ragazze di successo

La matematica funziona perché non è la vita. È bella perché ha

sempre ragione o perché tu non hai i mezzi per darle torto, che è la

stessa cosa. Ne dico una qualunque: due rette parallele non si in-

contrano mai. A me piace dirlo e a te piace crederlo, perché

nient’altro nella tua vita resiste così bene al problema del tempo.

Questa è una teoria di Nicola ma l’ho capita anch’io. Quando ho

cominciato a insegnare mi aspettavo di andare subito in crisi coi

ragazzini delle medie, temevo di non imparare la loro lingua e non

riuscire a spiegargli la mia, invece ho ottenuto fin dall’inizio un

grande rispetto. Un matematico è il profeta di un mondo migliore:

quello che vuoi da lui è che sconfigga il futuro. Non gli chiedi: ma

lei, professoressa, ha visto con i suoi occhi dove vanno le paralle-

le? Ogni tanto ero preoccupata da una domanda del genere. Sotto

sotto ero sicura che avrei trovato una via di fuga, sarei stata zitta

per cinque minuti guardando il muro, avrei fatto finta di non senti-

re o chiesto la busta di riserva, a seconda dell’umore del momento.

Poi, negli ultimi tempi, non è andata più così bene. Avevo trop-

pe cose per la testa, ho cominciato a essere distratta, ho fatto delle

assenze. La mia malattia immaginaria non era poi del tutto inven-

tata, in inverno non riuscivo neanche a correggere i compiti in

classe, mi era tornato ancora più forte quel terrore di essere sma-

scherata. È stato allora che io e Nicola ci siamo dati l’ultimatum:

ci siamo accorti che altrimenti non sarebbe più finita. Abbiamo de-

ciso di smettere di pagare l’affitto di casa nostra, quello che scade

tra due settimane: sembrava l’unico modo, toglierci da sotto i pie-

di la terra su cui camminare.


educazione e cortesia in mare, p. cognetti

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