sabato, febbraio 23

daniel p.

"Quando ero adolescente, eravamo almeno in due a farlo apposta: Pablo Picasso e io. Il genio e il somaro. Il somaro non faceva niente e il genio faceva cose folli, ma apposta, tutti e due. Era il nostro unico punto in comune. [...] Al punto che una domenica presi l difese di Picasso domandando alla signora che aveva ripetuto quest'accusa per l'ennesima volta se pensasse ragionevolmente che quella mattina l'artista si fosse svegliato con l'idea di buttar giù in quattro e quattr'otto una piccola tela al solo scopo di prendere per i fondelli la signora Genevieve Pellegrue. [...] Genevieve Pellegrue ignorava che lo stomaco era lei, che avrebbe digerito Picasso come tutto il resto, lentamente ma inesorabilmente, tanto che quarant'anni dopo i suoi nipoti avrebbero viaggiato in una delle auto familiari più orribili che siano mai state inventate, una supposta gigante cui i novelli Pellegrue avrebbero dato il nome dell'artista e che in una bella domenica di prurito culturale li avrebbe portati davanti alla porta del Museo Picasso."

d. pennac, diario di scuola, feltrinelli, 2008
trad. y. melaouah

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